Da quando si sono diffusi sempre più, dobbiamo iniziare a pensare agli smart locker come a veri e propri abilitatori di servizi, postazioni ed armadietti “intelligenti” da porre all’interno della città, una città pensata per essere a misura di cittadino. Gli smart locker sono quindi più che dispositivi connessi, o iperconnessi visto la quantità di sensoristica e funzioni integrabili, sono punti di raccolta, scambio, ricarica, punto di partenza o di arrivo per merci e quindi di persone sempre in un’ottica di ricerca di una migliore sostenibilità.
E proprio dalle persone dobbiamo partire per capire come gli smart locker possano integrarsi nella loro vita quotidiana all’interno di una smart city o, allargando ulteriormente il perimetro, di una smart land.
Volendo quindi trovare quattro aggettivi che descrivano le peculiarità di uno smart locker potremmo iniziare a definirlo così: integrabile, fruibile, multifunzionale, capillare. Ma vediamolo più in dettaglio.
Abbiamo appena definito lo smart locker un abilitatore di servizi, servizi che possono essere giù parte integrante all’interno di uno smart building, per esempio un condominio o una sede aziendale, oppure una fabbrica, un cantiere. La versatilità di questa soluzione la rende perfettamente adattabile ad ambienti molto diversi, nel pieno rispetto delle policy di sicurezza e privacy richieste dal contesto di applicazione.
È facile intuire come durante i recenti eventi pandemici, lo smart locker abbia facilitato gli scambi commerciali, rispondendo a quelle misure di distanziamento fisico richieste dalle normative di Salute Pubblica sul tema di tutela del personale incaricato delle consegne.
Perfetta per il ritiro di pacchi e apparecchiature in ambito consumer o professionale, una stazione di smart locker permette di facilitare gli eventuali resi di merce acquistata (reverse logistic) diminuendo i costi per il cliente ed efficientando il ritiro da parte dei corrieri. Tutto questo ha logicamente un forte impatto sulla sostenibilità ambientale, con una riduzione dell’inquinamento e del traffico prodotto.
Lo smart locker strutturalmente è una “cassaforte” automatizzata a cui l’utente può avere accesso tramite un codice di sblocco di norma notificato su smartphone tramite un’app dedicata oppure una più semplice notifica. Di facile installazione e gestione lo smart locker offre l’ineguagliabile caratteristica di essere accessibile H24 senza la necessità di alcuna sorveglianza da parte di personale.
Se, di norma, viene dedicato al ritiro di pacchi o allo storage di apparecchiature, lo smart locker o un gruppo di questi ultimi, può essere anche “equipaggiato” con display per visualizzare informazioni o addirittura sensori ambientali che rilevino quanto avviene nelle sue immediate vicinanze. Il rilevamento dei dati così acquisiti e la loro conseguente immissione all’interno degli analytics possono aiutare agli Amministratori Pubblici a migliorare i modelli di gestione della città data-driven.
A questo riguardo segnaliamo che solo il 60% dei dati acquisiti tramite sensoristica dai Comuni viene effettivamente utilizzato, secondo quando rilevato da una recente survey degli Osservatori del Politecnico di Milano (Convegno Smart City – La città al centro della ripartenza 05.05.2022) e questo in parte dovuto alla mancanza di responsabili e strutture adeguate (nel 30% dei Comuni con più di 15 mila abitanti). La tecnologia IoT (Internet of Things) di cui si avvale per la parte di sensoristica e rilevazione dei dati non a caso è tra quelle su cui convergeranno i maggiori investimenti (+22%) dei prossimi 2 o 3 anni (sempre secondo la sopra citata survey).
La possibilità di visualizzare informazioni utili al cittadino, pubblicità o l’abilitazione di servizi di pagamento digitale o ricariche, rende lo smart locker o un gruppo di essi un punto di interesse e convergenza per tutta la comunità. È però indispensabile che alla base vi sia anche una piattaforma di gestione dei dispositivi, logicamente supportata dall’Intelligenza Artificiale, al fine di efficientarne l’utilizzo e la manutenzione oltre, naturalmente, alla rilevazione dei dati.
Si capisce quindi come lo smart locker possa essere al centro non solo di un’innovazione tecnologica indispensabile per migliorare la sostenibilità all’interno di una città ma, altresì, possa essere un investimento economico importante, grazie anche alla disponibilità di offerte provenienti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che ha stanziato oltre 10 miliardi di euro per progetti ed iniziative legate alla digitalizzazione delle smart city.