Filiera 4.0, come funziona? Un'esperienza dal settore oleario
Nonostante i prodotti agricoli made in Italy siano apprezzati anche all’estero perché frutto di filiere trasparenti e controllate e di metodi produttivi rigorosi, il contesto strutturale non agevola gli investimenti in innovazione e tecnologia e, pertanto, si fatica a parlare di filiera 4.0. Come infatti rilevano i dati Istat pubblicati a giugno 2022, negli anni si registra una notevole contrazione del numero di aziende agricole: se nel 1982 erano 3.133.000 e nel 2000 2.396.000, nel 2020 sono poco più di un milione, 1.133.000 per la precisione, per un totale di 12.milioni 500mila ettari coltivati. Il che indica un altro dato da rilevare: le aziende agricole italiane sono mediamente piccole (circa 8,5 ettari) e sono perlopiù a conduzione familiare, altro aspetto che limita lo sviluppo della filiera 4.0.
In alcuni comparti, poi, il dato è ancora più eclatante.
Filiera 4.0: tra polverizzazione del territorio e obbligo di rintracciabilità
È il caso del settore olivicolo che, secondo i dati dell’Osservatorio Agroalimentare aggiornati al 2022, conta 827mila imprese agricole attive le quali, complessivamente, coltivano un milione di ettari, il che significa una superficie media di 1,2 ettari.
Si tratta dunque di un tessuto molto polverizzato, che in molti casi fatica ad avere sbocchi sul mercato. Anche perché, ai sensi della normativa vigente, tocca fare i conti con il Regolamento comunitario 178/2002 entrato in vigore da gennaio 2005 il quale obbliga alla rintracciabilità, ossia a quel processo che permette di ricostruire la storia del prodotto dalla produzione alla distribuzione attraverso un sistema in grado di utilizzare le informazioni tracciate dalle singole aziende lungo tutta la filiera produttiva. Obbliga, quindi, alla filiera 4.0.
Una soluzione per la filiera 4.0 che poggi su solide basi
In questo scenario si pone Agreataly di Topnetwork, una soluzione frutto di tre progetti di ricerca che si distingue per completezza e costo contenuto che mira a raccogliere tutte le informazioni e i dati delle operazioni svolte in campo, al fine di rendere la filiera 4.0. Agreataly poggia su solide basi tecnico-scientifiche: il primo step che ha portato alla realizzazione del servizio è infatti il progetto Agrotrace (2004-2007, a cura di Valerio Baldacchini, docente di UNICAL), ossia la realizzazione di una piattaforma tecnologica di produzione per la gestione della condizionalità da parte delle imprese agricole. In seguito (2008-2012), la soluzione è stata oggetto di un processo di trasferimento tecnologico nella Organizzazione di produttori Sibarit-Campoverde. Nel terzo step (Progetto DirectFood 2012-2015) la piattaforma è stata trasformata da semplice sistema aziendale a strumento di supporto dei CAA - Centri Autorizzati di Assistenza Agricola di Associazioni, Confederazioni, OP e Cooperative.
Il risultato è Agreataly: Una filiera 4.0 completa, ma soprattutto facilmente fruibile
Infatti Agreataly non è un prodotto da acquistare, ma viene offerto come servizio con una logica di partnership, visto che, oltre ad una completa assistenza da remoto, il programma viene integrato con nuove funzionalità, in risposta alle esigenze puntuali di chi lo sceglie, senza costi aggiuntivi. È il caso di Italia Olivicola, la più grande associazione di produttori di olio che conta circa 250mila iscritti e che vede registrate al sistema Agreataly 10mila aziende da tutta Italia. L’associazione doveva colmare un buco di informazioni: il sistema di monitoraggio della supply chain utilizzato da Italia Olivicola partiva infatti dal momento di conferimento delle produzioni ai frantoi, ma mancavano tutti i dati di campo e dunque le informazioni relative alla rintracciabilità della filiera. Dopo una fase di sperimentazione, Italia Olivicola ha deciso di integrare Agreataly nel proprio sistema di monitoraggio, utilizzandolo come piattaforma di produzione, mediante la quale registrare tutte le informazioni relative a prescrizioni, esecuzioni, previsioni di raccolto, in modo da ottenere un sistema di rintracciabilità e qualità che gestisce tutte le fasi del processo, elevandolo a filiera 4.0.
Nell’ambito del Progetto Sistemolivo finanziato dal PSR della Regione Calabria, è stata inoltre avviata nel 2022 una sperimentazione, in partnership con l’Azienda Agricola Canino, l’OP Olivicola APOUNASCO, l’Istituto Cooperativo di Ricerca e AGCI AGRITAL (Associazione Generale delle cooperative Italiane), per il monitoraggio semi-automatico delle infestazioni da mosca olivicola tramite trappole intelligenti integrate alla piattaforma. Nella pratica si tratta di un sistema molto più economico rispetto a quelli già presenti sul mercato, che segnala l’aumento della curva di volo grazie alla presenza di una sensoristica posta all’interno di comuni trappole insetticide. Le ricadute positive dell’impiego del sistema sono evidenti, e si traducono, in ultima analisi, nella maggiore tempestività dei trattamenti.