Tra manutenzione preventiva e predittiva ci sono alcuni elementi comuni e profonde differenze: il loro obiettivo è mantenere in perfetta efficienza gli impianti produttivi delle aziende, cercando di anticipare i guasti (quindi si differenziano entrambe dalla manutenzione “correttiva” classica, che si prefigge di riparare un macchinario dopo un guasto).
Allora, a prima vista, manutenzione preventiva e predittiva sembrano due facce della stessa medaglia, ma è proprio così?
Le due strategie di manutenzione si sviluppano su piani operativi diversi, pur condividendo il medesimo traguardo finale di evitare malfunzionamenti e rotture improvvise degli impianti, che potrebbero causare danni ingenti alle imprese, come blocchi prolungati della produzione, rallentamenti delle consegne, perdita di clienti e relativo fatturato.
Una delle principali differenze tra manutenzione preventiva e predittiva è che la prima si basa essenzialmente sulle ispezioni dei macchinari.
In sostanza, parliamo di manutenzione programmata, che può assumere forme piuttosto complesse e di notevole precisione grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate; pensiamo alle ispezioni eseguite a distanza con i droni, particolarmente utili per controllare lo stato degli impianti di grandi dimensioni in spazi esterni.
L’uso di droni, ad esempio, è una soluzione ideale per monitorare le condizioni dei grandi parchi eolici e fotovoltaici sempre più diffusi in diverse aree geografiche: i droni, infatti, permettono l’osservazione ravvicinata e in totale sicurezza dei vari componenti delle turbine eoliche (pale, rotori, piloni), così come dei pannelli solari, in modo da verificare la loro usura, l’eventuale presenza di danni, sporcizia, segnali di cedimento (crepe, fessurazioni) e, più in generale, la tenuta dei vari dispositivi agli agenti atmosferici.
Un’altra differenza tra manutenzione preventiva e predittiva è che la prima si svolge con una serie di controlli a scadenze prefissate, secondo un calendario di manutenzioni e interventi, che tengono anche conto delle indicazioni fornite dai produttori dei diversi macchinari, allo scopo di prevenire possibili guasti.
Al contrario, la manutenzione predittiva non si limita alla prevenzione, ma punta a predire la probabilità futura di un guasto grazie all’impiego di tecnologie 4.0.
La definizione di tecnologie 4.0 abbraccia un ampio numero di apparecchi e sistemi innovativi, sviluppati per supportare la trasformazione digitale delle attività produttive aziendali.
Si stanno diffondendo, in particolare, i sistemi IoT (Internet of Things): si parla di “web delle cose” con riferimento agli oggetti connessi in reti wireless, in grado di trasmettere e ricevere dati, informazioni, comandi. E quando gli “oggetti” connessi sono macchinari e impianti produttivi aziendali si entra nel campo della manutenzione predittiva.
Come funziona una rete IoT applicata agli impianti industriali? In pratica, gli impianti sono dotati di speciali sensori che permettono di monitorare in modo continuato e in tempo reale determinate variabili di funzionamento.
Analizzando i dati ricevuti dai sensori, gli algoritmi predittivi possono segnalare ai tecnici della manutenzione, tramite una piattaforma software per la gestione automatizzata degli asset aziendali (CMMS: Computerized Maintenance Management System), quando i macchinari sono giunti al termine della loro vita utile o se stanno calando le loro prestazioni, rispetto ai parametri ottimali di funzionamento.
Se le differenze in linea di principio ci sono piuttosto chiare, alcuni esempi possono senza dubbio essere di aiuto per contestualizzare meglio le due modalità. Iniziamo con alcuni esempi di manutenzione preventiva.
Le ispezioni pianificate sono in qualche modo la quintessenza della manutenzione preventiva: si controllano macchinari e impianti su base periodica, tipicamente con una checklist di controlli. Un altro esempio è la pulizia periodica dei macchinari, per eliminare detriti, polvere e altre tipologie di resti. La sostituzione di lubrificanti e consumabili è un’altra tipologia di manutenzione preventiva. Nel campo consumer, il cambio olio sulla base dei chilometri percorsi è un esempio perfetto di questa modalità.
Per quanto riguarda la manutenzione predittiva, invece, è necessario fare alcuni esempi più dettagliati, dal momento che la forza di questa pratica è proprio nell’attivare la possibilità di mantenere impianti e macchinari sulla base di dati reali. Per esempio, in manifattura, si può analizzare lo stato di usura dei nastri trasportatori, per pianificare la sostituzione alla prima pausa di produzione utile. Nel campo dei gas e combustibili, è possibile controllare l’integrità delle tubature utilizzando robot, droni o sensori a ultrasuoni, invece di effettuare le ispezioni visive o comunque manuali. Nel campo dei trasporti, l’uso di sensori e analisi è ampiamente diffuso. Numerosi sensori avvisano sullo stato di usura di apparati frenanti, motori e, per tornare all’esempio precedente, lo stato dell’olio lubrificante. La manutenzione predittiva si può applicare anche al sistema IT stesso, per migliorarne l’efficienza.
In sostanza, la manutenzione preventiva e predittiva si distinguono per le diverse modalità operative: ispezionare e controllare gli impianti a intervalli regolari nel primo caso, predire il tempo residuo prima di un guasto nel secondo.
Tra i tanti possibili esempi di manutenzione predittiva basata sul monitoraggio e l’elaborazione dei dati, possiamo citare la misura delle vibrazioni anomale, la termografia, le analisi chimiche sui lubrificanti e sulla combustione dei fumi, l’uso della tecnica degli ultrasuoni per rilevare dispersioni elettriche/magnetiche e anomalie di funzionamento meccanico (attriti, grippaggi eccetera), e l’allineamento laser degli alberi rotanti.
Così tra manutenzione preventiva e predittiva c’è un altro vantaggio da attribuire alla seconda: la possibilità di eseguire le manutenzioni solamente quando è indispensabile, riducendo tempi-costi dei singoli interventi ed evitando il rischio di compiere delle riparazioni/sostituzioni non necessarie.