La security in una smart city è un concetto che sta cambiando il mondo. Molte tecnologie avanzate si stanno già integrando con le infrastrutture cittadine, portando numerosi vantaggi per le condizioni di vita degli abitanti.
La smart city, o la “città intelligente” non è un’idea del tutto nuova. Sembrerà incredibile, ma si inizia a parlare di smart city e security già nel 1970. Quell’anno ha inizio il progetto di raccolta dati della città di Los Angeles. Un programma ambizioso che comprendeva la raccolta di fotografie aeree, filmati e dati informatici. A quei tempi il limite oggettivo dell’utilizzo dei dati raccolti era nella tecnologia del periodo. Era impensabile automatizzare il processo di data mining, o procedere nella gestione in tempo reale delle informazioni.
Oggi, grazie alla computer vision e all’AI, quel gap è stato superato.
Per essere definita come intelligente, una città non può limitarsi soltanto a raccogliere dei dati sul suo territorio. Solo grazie all’utilizzo dell’AI si è introdotto il concetto stesso di città pensante. Alla base di tutto c’è il controllo e la gestione del flusso dei dati (Control Flow) costantemente analizzati e valutati dal software. Questo flusso di dati diventa così reattivo, adattativo e predittivo. Ovvero i pilastri fondamentali per definire intelligente una qualsiasi macchina.
Lo sviluppo degli algoritmi di autoapprendimento, legati alla computer vision, consente all’AI di imparare e comprendere ciò che vede. Le architetture di reti neurali forniscono al software la capacità di riconoscere situazioni specifiche, prevederle, adattarsi alle varie situazioni e reagire. Esattamente come accade per un cervello umano.
Di base, quando si parla di security e smart city, va dimenticato l’antico concetto di videosorveglianza passiva. Un operatore umano davanti a un monitor o, peggio ancora, la visione di ore ed ore di filmati dopo che il fatto è accaduto, sono diventati degli assunti obsoleti. Oggi, l’utilizzo dell’AI consente di intervenire in tempo reale, mentre le cose accadono, grazie alla gestione del Control Flow da parte del software.
Una videocamera intelligente che sorveglia il traffico, per esempio, può prevedere dei comportamenti pericolosi, individuando i veicoli che non rispettano i limiti di velocità o che viaggiano non rispettando le norme. La medesima tecnologia può anche riconoscere i volti dei criminali ricercati, segnalare dei comportamenti furtivi o sospetti, o identificare la presenza di armi o oggetti contundenti.
Il tutto in base ai dati raccolti e all’addestramento (deep learning) fornito al software stesso.
L’utilizzo della tecnologia Blockchain, grazie alla sua architettura condivisa e non modificabile in alcun modo dall’esterno, rende il flusso di dati del tutto impermeabile agli attacchi degli hacker. Proteggendo così sia la città, sia il sistema software implementato per la sua sicurezza.
Da un punto di vista legislativo, va ricordato che i sistemi di riconoscimento dei volti si basano su parametri biometrici interpretabili soltanto dall’AI.
Riconoscere oggetti, volti e situazioni, è un aspetto fondamentale per la pubblica sicurezza. Monitorare in tempo reale i luoghi di aggregazione è un vantaggio indubbio per la sicurezza di tutti i cittadini.
Le potenzialità, oltre a quelle legate alla sicurezza diretta, sono numerose. L’AI può gestire il traffico in modo intelligente, regolando i semafori in base ai flussi dei veicoli, o decidere in modo precauzionale di illuminare maggiormente determinate aree, per scongiurare i furti o le situazioni pericolose.
In tutto il mondo si sta assistendo a una rapida accelerazione dei progetti legati alle smart cities, proponendo il sistema decentralizzato e automatico come l’architettura software del futuro che si integra con l’urbanistica e le scienze sociali.