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Come il riconoscimento facciale rivoluziona il controllo accessi

Scritto da TopNetwork | 27 agosto 2020

Una delle priorità della sicurezza aziendale, privata e pubblica è quella di garantire il controllo degli accessi in determinate aree. Esistono diversi sistemi per limitare gli ingressi nelle zone sensibili, o per stabilire se chi sta varcando una soglia ha davvero i requisiti per farlo.

La tecnologia basata sul riconoscimento facciale sta diventando via via una realtà quotidiana e non più un elemento da racconto di fantascienza. Il riconoscimento facciale, nel rispetto della privacy, gestito in modo autonomo dall’AI, verrà utilizzato sempre di più e sta evolvendo molto rapidamente.

I due scenari che si stanno delineando sono precisi. Da un lato il riconoscimento facciale è diventato essenziale nel campo della sicurezza pubblica, come per il contrasto al terrorismo o il controllo degli aeroporti, dall’altro lato la stessa tecnologia rappresenta una tutela per la sicurezza dei lavoratori.


Il riconoscimento facciale nel controllo degli accessi

Le videocamere intelligenti sono “gli occhi” attraverso i quali il software vede il mondo che lo circonda, ciò che in realtà vede è molto diverso da quello che vediamo noi esseri umani.

La computer vision trasforma l’immagine del volto che cattura in un flusso di dati biometrici. Il viso viene mappato come una funzione geometrica monodroma, unica e specifica per ogni volto rilevato. La mappatura avviene su due livelli, 2D e 3D. Nel tracciamento 2D si misurano, per esempio, la distanza tra le pupille o l’ampiezza della fronte. In quella 3D, utilizzando la tecnologia Lidar (Light Detection and Ranging) si proietta sul viso un fascio laser. Una fotocamera a infrarossi misura il tempo impiegato dalla luce a rimbalzare dal volto sottoposto a scansione al dispositivo stesso.

Nel riconoscimento facciale, a seconda dei casi, si può procedere con l’identificazione del soggetto o con l’autenticazione del medesimo. Nel primo caso, il software viene addestrato a identificare un volto specifico all’interno di un database. Nel secondo caso, l’IA determina con assoluta certezza la presenza di una corrispondenza tra i dati biometrici presenti su un documento e la persona che lo sta esibendo.


Il controllo degli accessi, il riconoscimento facciale, i suoi vantaggi

Controllare gli accessi tramite il riconoscimento facciale non offre dei vantaggi soltanto per la sicurezza delle aziende o della società. L’addestramento dell’IA consente di sfruttare in modo dinamico il riconoscimento facciale, portando dei benefici anche al singolo individuo.

Se, per esempio, per accedere a un’area specifica di un cantiere o di un porto, è necessario il rispetto di alcuni protocolli di sicurezza, come indossare caschetti o altre dotazioni anti infortunistiche, l’IA che gestisce gli accessi è in grado di monitorare se gli addetti osservano le norme in modo corretto e se il caschetto è presente e indossato adeguatamente.

Allo stesso modo, è possibile per l’IA prevedere dei comportamenti pericolosi, in base all’analisi dei movimenti del corpo, il riconoscimento non si limita a identificare la “geometria” di un volto, ma ne codifica anche i cambiamenti di espressione o di stato emotivo.


Il riconoscimento facciale per il controllo accessi, tra etica e tecnologia

Oggi le macchine sono in grado di gestire una massiccia serie di dati legati ai volti e al comportamento. Gli algoritmi per il riconoscimento facciale funzionano grazie alle reti neurali convolutive che operano dai 20 ai 64 livelli neurali, e possono, in media, elaborare, comparare, identificare o autenticare un volto in un decimo di secondo, partendo da un database con milioni di immagini.

Velocità, versatilità e un ampissimo campo di azione: si tratta di aspetti che non possono essere svincolati da una dimensione etica. Negli Stati Uniti, per esempio, lo schema di giudizio degli algoritmi è stato spesso accusato di discriminazione razziale. Non a caso, la Commissione Europea, nel febbraio del 2020, ha realizzato il Libro Bianco sull'intelligenza artificiale, dove vengono tracciate le linee guida affinché le tecnologie legate al riconoscimento facciale rispettino la privacy e l’etica.